La Convenzione di New York del 1958 e la discrezionalità delle Corti nei procedimenti di esecuzione degli arbitrati internazionali (2023)

La Convenzione di New York del 1958, che disciplina il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze arbitrali straniere, rappresenta un importante strumento nel panorama legale internazionale. Tuttavia, la mancanza di una standardizzazione nei criteri decisionali per la sospensione dei procedimenti di esecuzione, come evidenziato dalla giurisprudenza, pone una sfida considerevole per le Corti dei Paesi contraenti.

La mancanza di uno standard nella Convenzione

La Convenzione non fornisce alcuno standard specifico per la decisione di sospensione dei procedimenti di esecuzione, lasciando alle Corti dei Paesi contraenti il potere discrezionale di agire. Questa lacuna normativa è stata oggetto di varie interpretazioni da parte delle Corti di diverse giurisdizioni.

La discrezionalità delle Corti nei confronti della sospensione

Le Corti hanno il potere discrezionale di decidere se sospendere i procedimenti di esecuzione, considerando vari fattori. Ad esempio, alcuni tribunali statunitensi hanno sottolineato che, in presenza di un procedimento parallelo nel Paese di origine, la sospensione potrebbe essere giustificata per evitare l'esecuzione anticipata dell'arbitrato. Tuttavia, la Convenzione non impone automaticamente la sospensione in caso di domanda di annullamento, consentendo alle Corti di mantenere una discrezionalità anche in presenza di tali procedure.

Fattori considerati dalle Corti nella sospensione

Le Corti hanno sviluppato una serie di fattori da considerare nella decisione di concedere o meno la sospensione. Elementi quali l'obiettivo della Convenzione di facilitare l'esecuzione delle sentenze arbitrali, la probabilità di successo nella procedura di annullamento, la durata prevista delle procedure nel Paese di origine e l'efficienza giudiziaria sono rilevanti nella ponderazione della decisione.

Approcci delle Corti di diverse giurisdizioni

Diverse giurisdizioni, come quelle svedesi e australiane, considerano la durata e le probabilità di successo della procedura di annullamento. Inoltre, alcune Corti, come la Corte suprema del Canada, richiedono che la parte che oppone l'esecuzione fornisca prove della reale possibilità di successo dell'applicazione di annullamento.

Il bilanciamento tra discrezionalità e obiettivi della Convenzione

Nonostante la mancanza di uno standard specifico nella Convenzione, le Corti sono chiamate a bilanciare la discrezionalità concessa loro con gli obiettivi principali della Convenzione, ovvero facilitare e accelerare il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze arbitrali. Questo bilanciamento richiede una valutazione accurata dei vari fattori coinvolti, garantendo al contempo il rispetto degli interessi delle parti coinvolte.

Conclusioni

In conclusione, la Convenzione di New York del 1958 offre un quadro legale per il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze arbitrali, ma la mancanza di uno standard chiaro lascia alle Corti una notevole discrezionalità. Le Corti sono chiamate a valutare attentamente i fattori pertinenti per garantire un equilibrio tra la necessaria discrezionalità e gli obiettivi della Convenzione.

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Author: Sen. Ignacio Ratke

Last Updated: 13/12/2023

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